sabato 23 novembre 2013

Siria

La Siria per me è il ricordo di un viaggio delle meraviglie. Primo perché fu un viaggio di fine Novembre regalato ed inaspettato, e poi perché mai avrei pensato di vedere posti così interessanti, gonfi di storia e di bellezza.

Solo un altro posto mi ha dato un’emozione equivalente: Israele e la città di  Gerusalemme in particolare. Sembrerebbe una contraddizione, vista la reciproca acredine fra i due paesi, ma per quel che m’interessa qui, non è così, perché essa è sola esterna a noi stessi, nelle cose, nella politica, nelle chiusure dei governi, nella cecità degli estremisti e nei drammi della gente che vive in posti incredibilmente straordinari.

Mi è  venuto in mente il viaggio in Siria leggendo ieri che è stata colpita da un mortaio la moschea degli Omayyadi a Damasco, quella che conserva all’interno una cappella contenente la testa di Giovanni Battista, cugino di Gesù. Ma ogni volta che leggo di bambini che fuggono abbandonati, di popolazioni in ristrettezze, di uccisioni, rapimenti e bombe, non posso che esserne triste, perché a tanti ho già raccontato di come la Siria e i paesi vicini siano posti sicuramente da visitare, senza indugi, senza preconcetti o pregiudizi, guardando e ascoltando, sapendo che la verità è sempre sinfonica.

Che bella la città di Palmira, un’oasi nel deserto che lascia senza fiato. Che bella Aleppo e la sua parte più antica. Ricordo quell’anziano ed il suo asino che scendevano dalla cittadella, lui si mise in posa per la mia foto, ma si aspettava un compenso ed io non capii. Andò via brontolando. Che strano dover contrattare tutto, sempre, specialmente nei suq; mai fermarsi al primo prezzo proposto. Ed uscire dal mercato che hai fatto incetta di datteri, dolci e pistacchi, o qualche pezzo di seta. Che bella Homs, Latakia e il fiume Eufrate. O i reperti degli incredibili romani capaci di portarsi colonne e terme nel bel mezzo di un deserto. Che bella Ma'alula (ingresso), dalle case celesti, il villaggio colpito recentemente dalla guerra: lì si parla ancora aramaico, lì si conservano le memorie di S. Tecla discepola di Paolo. E che dire del Krak dei cavalieri crociati e della sua imponenza, posto a guardia delle valli.

Insomma un viaggio incredibile. Da Aleppo, attraverso le memorie cristiane del monaco stilita Simeone, fino al museo di Damasco, che conserva i ricordi di Ugarit, Mari e Ebla e perfino le vestigia della bellissima sinagoga di Dura Europos.
Non credo potrò rivedere quei luoghi, ma essi sono nel mio cuore e nei miei ricordi che ho fermato qui, insieme all’apprensione per quelle persone, per quella regione che un giorno troverà pace, ne sono sicuro, perché troppo bella, tanto cara.


Se nessuno si offende chiuderei con una bellissima frase che un poeta riferisce alla città di Gerusalemme, in un Salmo: “Se ti dimentico Gerusalemme, si paralizzi la mia destra” (Salmo 137,5). La adopero come parafrasi universale; del resto fu detta da un poeta e religioso ebreo confinato a Babilonia che anelava un ritorno alla città della pace. Un auspicio per tutti quelli che desiderano una terra di pace e di bellezza.

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